Martina, 14 anni, uccisa dall’ex fidanzato: “Mi aveva lasciato”, la tragica confessione nella notte

Martina, 14 anni, uccisa dall’ex fidanzato: “Mi aveva lasciato”, la tragica confessione nella notte

Un omicidio agghiacciante, consumato nel silenzio di un edificio abbandonato e venuto alla luce dopo due giorni di ricerche disperate. È crollato nella notte Alessio Tucci, 19 anni, muratore di Casoria: ha confessato di aver ucciso Martina Carbonaro, 14 anni, la sua ex fidanzata. La giovane era scomparsa la sera del 26 maggio 2025 e il suo corpo è stato ritrovato due giorni dopo, nascosto in un armadio nei pressi dell’ex stadio “Moccia” ad Afragola.

La Procura di Napoli Nord ha confermato il fermo del ragazzo, accusato di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. Secondo quanto riferito dalla procuratrice facente funzioni, Anna Maria Lucchetta, la confessione è arrivata al termine di una serrata attività investigativa condotta dai carabinieri, che hanno lavorato senza sosta tra ricostruzioni video, perlustrazioni e analisi di tracce.

Determinanti per risalire al colpevole sono stati i filmati di videosorveglianza e le impronte trovate sull’armadio dove era stato nascosto il corpo della vittima. Durante l’interrogatorio, Tucci ha inizialmente cercato di confondere gli inquirenti, ma è caduto in diverse contraddizioni. Poi, alle 2:30 del mattino, ha ceduto: “L’ho uccisa perché mi aveva lasciato”, avrebbe detto in lacrime.

Secondo gli investigatori, Martina aveva deciso di interrompere quella relazione, ma aveva comunque accettato di vedere Alessio per un chiarimento. In quell’incontro, sfociato in un litigio violento, lui l’avrebbe colpita con una pietra. Dopo l’omicidio, ha cercato di far sparire ogni traccia, nascondendo il corpo.

La tragedia ha scosso profondamente la comunità di Afragola e l’intera provincia di Napoli. Le parole della madre di Martina, affidate ai social, sono un urlo straziante di dolore: “Figlia mia, chi ti ha fatto del male la pagherà. Vola in alto”.

Questa vicenda impone una riflessione amara ma necessaria: quella sulla violenza nelle relazioni adolescenziali e sulla fragilità emotiva che, se trascurata, può diventare devastante. Dietro il gesto di Alessio non ci sono solo rabbia e disperazione, ma una pericolosa cultura del possesso che ha trasformato il rifiuto in una condanna a morte.