Le lezioni itineranti del liceo “Medi” di Cicciano sono approdate ad Avella. Giordano Bruno e Pier Paolo Pasolini, gli eretici del loro tempo

Le lezioni itineranti del liceo “Medi” di Cicciano sono approdate ad Avella. Giordano Bruno e Pier Paolo Pasolini, gli eretici del loro tempo

Gianni Amodeo

Al teatro “Biancardi” Giulio Ferroni, eccellente e raffinato italianista, catalizza la platea dei giovani, rivisitando le poliedriche personalita’ degli alfieri della liberta’, vittime sacrificali del dommatismo e del conformismo verso il potere.

Sono vissuti in contesti storici e politici integralmente diversi e lontani tra loro; l’uno nell’Italia dei particolarismi e degli assolutismi feudali, in cui i diritti di cittadinanza non erano neanche concepibili e meno che meno immaginati nello scenario statico della società tripartita tra la nobiltà e il clero dei privilegi e i sudditi del tutto subalterni verso i potentati aristocratici e ecclesiastici, l’altro nell’Italia dello Stato repubblicano e della democrazia parlamentare, dei diritti civili e politici riconosciuti dalla Costituzione. Ma il filo ideale e simbolico che collega Giordano Bruno e Pier Paolo Pasolini è diretto e li ravvicina tanto, anche per il traumatico e tragico epilogo delle loro esistenze, da annullare le distanze temporali che li separano.

Le lezioni itineranti del liceo “Medi” di Cicciano sono approdate ad Avella. Giordano Bruno e Pier Paolo Pasolini, gli eretici del loro tempoE’ il filo, con cui s’intesse la trama della comunanza di costumi e stili di vita, con cui, l’uno e l’altro, si sono elevati all’esemplarità del rango di assertori del valore primario della libertà, vivendolo e praticandolo con coerenza, sapendo atteggiarsi con vigorose e coraggiose scelte di ideali, in netta antitesi verso tutte le forme possibili dei dommatismi e del pensiero a senso unico, con cui si esercita e traveste nei più disparati aspetti il potere dei fondamentalismi politici e religiosi, che reprimono e negano la dignità della condizione umana. E’ lo stesso potere, che, come ieri e l’altro ieri, si dispiega con diffusa e maggiore consistenza nella contemporaneità della super innovazione tecnologica, intrecciandosi con i capillari canali dell’invasiva e cinica economia finanziaria globalizzata. E si configura così quell’ l’intrigo, che spesso contiene elementi di conflitto esplicito o mascherato con il valore primario della libertà che si esplica soltanto nell’eguaglianza dei diritti e dei doveri, permettendo di far dischiudere gli infiniti orizzonti della conoscenza, con i quali è sempre doveroso commisurarsi, anche se esigono impegno metodico e si prospettano con difficoltà ardue da superare. E’ l’unico cammino, che procura il cibo essenziale e vitale per lo spirito e la mente.

Le lezioni itineranti del liceo “Medi” di Cicciano sono approdate ad Avella. Giordano Bruno e Pier Paolo Pasolini, gli eretici del loro tempoE se il Nolano il 17 febbraio del 1600 – proclamato Anno Santo dalla Chiesa cattolica- fu vittima del Martirio istituzionale, voluto e sancito dal Tribunale dell’Inquisizione, che lo sottopose a processo, sigillato con il verdetto di condanna a morte – per eresia- sul rogo a Campo de’ Fiori, Pier Paolo Pasolini subì un analogo Martirio il 2 novembre del 1975, all’Idroscalo di Roma. E se il Nolano è inserito nel novero dei più importanti pensatori e scienziati che precorrono ed elaborano le visioni della modernità, viaggiando e soggiornando nelle capitali nell’Europa del suo tempo, per diffondere le proprie idee e concezioni con la parola parlata e con le opere scritte, Pier Paolo Pasolini è personalità eclettica e originale per creatività artistica e poetica, percorrendo gli itinerari non solo della Letteratura, ma anche della Pittura e soprattutto della Cinematografia – la settima arte originata dal trionfo della modernità- nella quale si incrociano e si completano tutti i linguaggi dell’espressività, da quello della trasposizione del reale nella fissità della pellicola a quello della musica, le cui sonorità penetrano, scarnificano o arricchiscono i significanti del reale. Di certo, il primo e il secondo non conobbero l’arte del compromesso né mai si piegarono al potere, fustigandone le ipocrisie e la doppia morale con le armi dell’ironia e del sarcasmo, a complemento del vigore del pensiero, di cui erano interpreti. E il potere li demonizzò.

Sono state- queste- le coordinate, che hanno costituito l’impianto della Lezione magistrale, sviluppata da Giulio Ferroni, docente dell’Università “La Sapienza” di Roma, tra le più rappresentative e migliori figure dell’Italianistica, autore di importanti testi di saggistica e di pregevoli monografie su scrittori e poeti che connotano compiutamente la vicenda culturale del Bel Paese, dall’età medievale ai nostri giorni, di cui è specchio l’eccellente Storia della letteratura italiana, con un ricco e prospetto di testi antologici, pubblicata nel ’91 da Einaudi e in edizione riveduta, in più volumi, da Mondadori nel 2004, destinata sia all’Università che ai Licei e agli istituti statali d’istruzione superiore; Lezione magistrale, sviluppata nella cornice del Teatro “ Biancardi ” e accolta con interesse dalla folta platea dei giovani delle quinte classi, nell’ambito del progetto didattico-formativo delle Lezioni itineranti del Liceo statale “Enrico Medi “, con tappe nei Comuni dell’area basso-irpina e dell’area nolana.

 PASOLINI: IL CORPO, LA STORIA, IL DESTINO

Vari gli aspetti della personalità e dell’opera di Pier Paolo Pasolini posti in luce da Giulio Ferroni dall’amore per la vita vissuta con onnicomprensiva “voracità”, inclusiva dell’omosessualità mai negata, all’impegno nella militanza politica, propugnando le istanze del comunismo, considerate “salvifiche” e “liberali” per la condizione dell’uomo e dei popoli; istanze, vissute e professate, per contestare la borghesia e i detentori della ricchezza con le loro apparenze menzognere e falsate d’ipocrisia; militanza politica che nel rapporto con il Pci fu in varie fasi controversa. Ed è l’atteggiamento, che lo conduce a identificarsi con l’anima più autentica e verace del popolo, del mondo contadino, di cui ricerca i tratti più significativi, attraverso riti, costumi e usanze con le matrici generative, ma soprattutto attraverso i linguaggi e le cadenze dei dialetti, nell’universo friulano e della “sua” Casarsa, nelle borgate della periferia romana e nei quartieri del cuore di Napoli. E’ la condizione di mondi umani minoritari non ancora   deformati ed omologati dal benessere materiale del consumismo, quella che attira e interessa Pier Paolo Pasolini.

 Era il nucleo tematico, che sottolineava Ferroni, per focalizzare il senso de “l’umile Italia “- raccontata da Dante Alighieri nel quinto canto dell’” Inferno” – alla quale guarda PPP, quale fattore costitutivo dell’identità veridica del popolo e del Bel Paese. E’ “l’umiltà   antitetica alla superbia e costitutiva della centralità della cultura e del riscatto civile per una società giusta e umana. E’ l’“umile Italia”, laboriosa ed operosa, per quanto onesta e schietta, che per PPP ha ben poco da condividere con la contestazione studentesca del ‘68 dei “figli di papà”, borghesi per mentalità edonistica e agiatezza, ma “finti rivoluzionari” e che, nei decenni successivi, in larga parte approderanno nelle dorate stanze del potere tanto osteggiato e…disprezzato in precedenza. Ed è in linea con questo giudizio lo schierarsi di PPP a favore dei “poliziotti ”, perché “figli di operai e di contadini”, quando, a Roma, nel marzo del ‘ 68 si consumò a Roma la “battaglia”, con cui gli studenti universitari mossero alla ri-occupazione della Facoltà di Architettura, a Valle Giulia. Erano i “poliziotti” che difendevano lo Stato e un suo presidio, qual è l’Università. Le involuzioni e le degenerazioni della contestazione giovanile del ‘ 68 sarebbero sfociate nel corso degli anni ‘ 70 nel terrorismo “rosso” e nello stragismo “nero”, con le loro furenti ideologie di morte e di pensiero unico da imporre alla società, toccando l’apice della cieca violenza con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro e della sua scorta. E’ il quadro, in cui si polarizza anche il progressivo distacco di PPP dal Pci, anche se la visione comunista del mondo resterà suo costante riferimento ideale. La scrittura e contenuti di “Scritti corsari” e delle “Lettere luterane” forniscono la chiave di comprensione di tale atteggiamento, radicalmente eretico, che rifugge dai luoghi comuni e dai conformismi manierati.

Altro rilevante nucleo tematico delle riflessioni di Ferroni era calibrato sull’intensità del rapporto di PPP con la cinematografia; un rapporto, in cui lo scrittore si compenetra con il regista, per una variegata e articolata produzione filmica, mai banale, che spesso vuole essere- ed è- d’impatto provocatorio, investendo le contraddizioni della società, la sfera dei costumi, il microcosmo delle periferie abbandonate. Sulla scia della realizzazione delle opere filmiche, PPP incontra anche il fatato Oriente, soprattutto lo Yemen e la sua capitale Sana’a, bella e seducente, non ancora resa irriconoscibile dalle devastazioni delle dei nostri giorni; e così le atmosfere e i paesaggi d’Oriente si trasformano in sceneggiature parlanti. Ed in questa prospettiva narrativa per immagini e musica, con scrittura testuale di efficace spessore e incisività, si inserisce la Trilogia della vita, costituita da “Il Decameron”, “I racconti di Canterbury” e “Il fiore delle mille e una notte”, con cui è rappresentato il senso della naturalità del vivere secondo la visione di PPP

 La macchina da presa e la regia cinematografica diventano motivo di esperienza artistica e tecnica, con cui PPP arricchisce e amplia la pregnanza del suo linguaggio. Una modalità di narrazione, che integra e dilata gli orizzonti del genere letterario, strettamente inteso ed articolato nel romanzo e nella poesia in lingua friulana o in lingua italiana.

  LA SCUOLA OLTRE LE MURA “FISICHE”

 Prima l’approccio con l’opera di Alberto Moravia, con la lucida e attenta guida di Alberto Granese nel Centro Nadur, a Cicciano, poi quello- appena tratteggiato- con Giordano Bruno e Pier Paolo Pasolini: due momenti, che esprimono i profili del progetto didattico-formativo, messo a punto dal professore Carlangelo Mauro e dalla professoressa Rosanna Napolitano, con la coordinazione del preside Pasquale Amato, coinvolgendo i circa duecento giovani delle quinte classi del “Medi”, ma anche quanti sono interessati alla conoscenza dei più rilevanti autori della Letteratura italiana e mondiale, con particolare interesse per la contemporaneità. Un progetto di “Lezioni magistrali” itineranti sul territorio, che si pone come apertura della Scuola verso le realtà locali. E’ la Scuola, che esce, metaforicamente, dalle mura fisiche, per interagire al meglio possibile anche con le comunità cittadine di riferimento. Un percorso forse ambizioso, ma sicuramente degno di essere compiuto e seguito. E i riscontri di partecipazione ne danno conferma.

“Possiamo ritenerci soddisfatti – ha dichiarato il preside Amato– per gli sviluppi del percorso in atto, che si articola sia nelle “Lezioni di Letteratura contemporanea” itineranti che nelle “Voci dal mondo”, la bella e interessante finestra aperta sulla poesia e sul suo linguaggio universale che non conosce frontiere. Un percorso duale, che conferisce alle attività curriculari dell’offerta formativa del “Medi” stimoli ed elementi di attrattiva novità, specie nel porre a diretto contatto per un dialogo franco e aperto i giovani con scrittori e poeti ulteriori. Un dialogo proficuo e vivo, così come è stato sperimentato con Alberto Granese, Maram alMasri e Giulio Ferroni ”.

Il prossimo appuntamento nell’agenda delle “Lezioni itineranti” è “segnato” – il 10 marzo prossimo- dall’incontro con l’opera di Cesare Pavese, al Centro Nadur, con la “mediazione” del professore Guido Baldi, co-autore di una delle migliori opere di storiografia letteraria con larga diffusione nelle scuole superiori e nelle Università. Strutturata in più volumi “Dal testo alla storia, dalla storia al testo”, è certamente uno dei più validi e qualificati “strumenti” didattici per metodologia di analisi e per le correlazioni con gli apporti delle Scienze sociali.