San Paolo, “inchino” al boss. Il sindaco: «Con don Fernando contro il malaffare»

San Paolo, inchino al boss. Il sindaco: «Con don Fernando contro il malaffare»

«Con don Fernando, noi con lui ad ogni costo e in ogni caso». Lo dichiara il sindaco di San Paolo Bel Sito, Manolo Cafarelli, a nome dell’intera Amminisrazione Comunale. Parole forti, di vicinanza al parroco e contro il malaffare. Cafarelli, che domenica alle 12 incontrerà alla stampa, affida il suo pensiero e quello della sua squadra di governa ad una missiva. Di seguito il contenuto integrale della lettera.

«Domenica scorsa, dalla chiesa della piccolissima e antica Livardi, con in testa il parroco Don Fernando Russo, noi amministratori comunali e il maresciallo dei Carabinieri, si è avviata la processione della Madonna del Rosario, ritualità centenaria in occasione della celebrazione della festa della locale frazione. Come per ogni paese, il percorso è frutto di antiche usanze, interventi e celebrazioni. Quest’anno Don Fernando ha abolito l’usanza che, per un secolare retaggio feudale, vedeva la statua della Madonna del Rosario rendere omaggio all’attuale dimora Filangieri. Sono emerse polemiche e dicerie. Successivamente, quando si è giunti nei pressi della piccola e unica piazzetta, l’effige della Madonna si è fermata per una sorpresa, richiesta dal comitato e autorizzata dal parroco, il tempo necessario per un canto dell’Ave Maria, in luogo dei tradizionali fuochi d’artificio, opportunamente proibiti. Tre minuti, con la voce stupenda di una giovane soprano, ma la statua e i musicisti sono di fronte alla dimora di persone note alle forze dell’ordine. Un segno di arroganza e di prepotenza, del quale il nostro comandante Squillante ha prontamente chiesto chiarimenti ed eventuali autorizzazioni».

«Quando il prudente e premuroso don Fernando si è reso conto di ciò che era successo e la processione riprendeva il suo ultimo tratto per rientrare in Parrocchia, è uscito dalla processione, abbandonando quanti in buona e mala fede stavano partecipando al rito religioso. Un gesto repentino, non visto da noi amministratori nè dal comandante della locale stazione dei Carabinieri, che insieme a noi ha atteso il rientro della processione in chiesa, tutti noi convinti anche di ritrovare il nostro amato parroco e discutere con lui le dovute azioni da porre in essere per scongiurare che la celebrazione della festa di Livardi, diventi ostentazione del potere malavitoso».

«Il fatto che è successo è gravissimo – conclude il sindaco di San Paolo Bel Sito, Manolo Cafarelli  – e turba la coscienza e l’orgoglio della popolazione tutta di San Paolo Bel Sito; deturpa un’immagine di un popolo buono e laborioso, rimasto basito da questo episodio. Elevo un grido di rabbia e di protesta contro questo vile “attentato” alla pacifica convivenza della nostra popolazione. Tuttavia non consentirò a nessuno sciacallo politico di strumentalizzare l’accaduto contro l’amministrazione comunale. Rimaniamo tutti, me in testa, affianco, con atti e fatti, a don Fernando Russo per la difesa di quei valori che vorremmo condivisi da tutta la nostra comunità.