I cani randagi e le associazioni animaliste presenti sul territorio.

I cani randagi e le associazioni animaliste presenti sul territorio.

Ogni estate, si incappa  nella piaga dell’abbandono dei cani, si ripresenta il problema delle decine di pelosetti che nascono a causa di uno scarso controllo delle nascite e di una immotivata avversione per la sterilizzazione. Anche quest’anno sono tanti i cani che, singolarmente o in cucciolate intere, sono stati recuperati dall’Associazione animalista, presente sul territorio:“La Fattoria di Francesco”. Purtroppo l’accoglienza di questi animali grava sulle spalle dei volontari che li tengono in stallo nella speranza di farli adottare.L’ultimo caso, in ordine di tempo, è quello di un cane tipo maremmano, detto mordace e su segnalazione dei Vigili Urbani e dell’amministrazione, sensibile a questa problematica, recuperato al fine di non farlo finire in una gabbia nel canile convenzionato, in Sant’Anastasia di Napoli. Ora dopo essere stato sterilizzato dall’Asl competente è accudito dall’Associazione e la stessa  si è fatta carico delle cure. È importante ricordare che  ai sensi della Legge regionale sulla tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo del 24/2001 n.16, sterilizzare il proprio animale può evitare migliaia di nuovi randagi, considerando che le famiglie, ospitano in casa tanti amicipelosi.Detti animali, non sono nemmeno iscritti all’anagrafe canina come previsto per legge e quindi vagano sul territorio comunale, non potendo risalire ai proprietari. Si ricorda ancora che i detentori di animali non microcippatisono soggetti a sanzioni amministrative. Ogni anno in Italia vengono abbandonati circa 135.000 animali tra cani e gatti e circa l’80% muore in incidenti, per malattia o di stenti. Circa 600 mila cani vivono rinchiusi in canili,a volte lager.L’auspicio è che il Comune, possaoccuparsi, ancora con maggiore impegno,alla problematica esistente dei cani vaganti e la revoca al canileora convenzionato, forse  inadeguatocome principio è come fenomeno: “canile”, un business economico notevole. Il bello sarebbe la realizzazione  di un Parco Cinofilo, un nuovo modo di vedere i canili, capaci di incidere positivamente sulla qualità e la civiltà di convivenza tra uomini e animali, ma soprattutto sui  bilanci dell’Ente. (Francesco  Di Crescenzo)