Studio e lavoro: perché sempre meno persone scelgono l’anno sabbatico

Studio e lavoro: perché sempre meno persone scelgono l’anno sabbatico

L’anno sabbatico è un punto fermo dell’esperienza studentesca, da sempre. È un momento per viaggiare, imparare cose nuove e crescere come persone, prima di intraprendere la fase successiva della propria vita. Negli ultimi anni, però, l’anno sabbatico ha perso il suo fascino, anche se va detto che in Italia non ha mai attecchito realmente.

Il motivo è uno: non è più conveniente, soprattutto per via di una cultura che ci vuole sempre più produttivi, e che non ammette pause di riflessione. Tuttavia, sebbene non possa più contare sul fascino di un tempo, il cosiddetto gap year continua ad essere una scelta conveniente, sia per gli studenti che per i lavoratori.

Cos’è l’anno sabbatico e perché si sta perdendo questa abitudine

Un anno sabbatico è un periodo di tempo in cui si decide di staccare dal consueto percorso di studi o di lavoro, per poter esplorare altri interessi o semplicemente per avere del tempo per riflettere. Questo può avvenire prendendosi un anno di pausa dall’università (ad esempio quando ci si diploma) o dal lavoro, viaggiando all’estero o semplicemente rimanendo a casa. Storicamente, l’anno sabbatico viene visto come un’opportunità per imparare, crescere e scoprire nuove realtà.

Tuttavia, oggi il gap year sta diventando sempre meno popolare. Innanzitutto perché c’è sempre meno spazio per le pause di riflessione, con una cultura del lavoro (o per meglio dire del profitto) che non ammette “dormienti”. In secondo luogo, per la necessità di guadagnare, alla luce dei costi che salgono, dell’inflazione e della crisi economica. Infine, prendersi un anno sabbatico costa, soprattutto se si decide di viverlo viaggiando all’estero.

Come pianificare un anno sabbatico e quali esperienze vivere

La pianificazione è assolutamente necessaria, soprattutto per quel che riguarda il budget. In altri termini, emerge la necessità di programmare le spese future e di avere la certezza di poterle coprire, senza ulteriori introiti (se si decide di non lavorare). Una volta risolto questo problema, comunque non di poco conto, serve capire come impegnarsi durante il gap year e come sfruttarlo al massimo.

Molti scelgono di viverlo fuori dall’Italia, per conoscere culture e realtà nuove. Il budget richiesto può aumentare nei casi in cui si decida di trasferirsi all’estero. In questo contesto si può iniziare a mettere da parte dei soldi ogni mese, magari riducendo le spese superflue. Un’altra opzione è affidarsi ad alcune banche digitali, che offrono aiuto nel calcolare la rata di un prestito, così se si intende partire il prima possibile si hanno tutte le informazioni per restituire la somma di denaro. Per quel che riguarda le attività, le soluzioni papabili sono davvero numerose. Per fare qualche esempio concreto, ci si potrebbe dedicare all’apprendimento, ad esempio vivendo all’estero per imparare una nuova lingua. I corsi di formazione, in linee generali, sono sempre un’ottima scelta.

D’altra parte, c’è anche la possibilità di entrare in contatto con realtà diverse, come il volontariato presso una delle tante associazioni di settore. Tutte queste attività permettono di crescere e di apprendere nuove visioni della vita, maturando e facendo esperienza. Infine, il gap year può essere sfruttato per altre attività, come la scrittura di un libro.