Lotta alla camorra. De Lieto (LI.SI.PO.), non si contrasta solo con l’azione di polizia.

Lotta alla camorra. De Lieto (LI.SI.PO.), non  si contrasta solo con l’azione di polizia.

Il  riesplodere della guerra fra bande camorristiche a Napoli, con morti, feriti e terrore fra i cittadini, impone una riflessione su un fenomeno, come quello di  “camorra”, che crea  paura ed apprensione fra i cittadini che, loro malgrado, possono trovarsi  al centro dio sparatorie o aggressioni. Un fenomeno  evidente,  caratterizzato anche da  azioni eclatanti,  presente in maniera forte e preoccupante,  a Napoli e provincia, ma attiva, anche se in modo meno evidente e ”rumoroso” in altre zone della Campania, con ramificazioni e tentacoli, sia sul territorio nazionale  che internazionale. La guerra fra “bande” di camorra, trova motivazioni nella lotta per l’accaparramento  dello spaccio di droga  e  del racket dell’estorsione o di altre attività illecite, che spaziano, praticamente, in molte altre attività. Le recenti sparatorie, hanno visto come protagonisti, dei giovanissimi  che, evidentemente, cercano un loro spazio nel mondo criminale, che fanno della violenza  e dell’arroganza criminale, la  loro quotidianità.  E’ necessario che lo Stato, combatta con forza  e costanza, questo fenomeno, proprio per garantire la stragrande  maggioranza dei cittadini  onesti e laboriosi, non solo della provincia di Napoli  e della  Campania, ma di tutte le realtà dove sono presenti ramificazioni camorristiche. Dopo l’ultima sparatoria, il Ministro dell’Interno, ha pensato di dare un segnale forte, inviando    di  rinforzo, alcune decina  di  operatori di Polizia, per meglio contrastare questo  pericoloso fenomeno. Il Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.), ha dichiarato il Presidente Nazionale Antonio de Lieto, ritiene che a poco serva intensificare la presenza sul territorio e l’azione di contrasto alla criminalità, dopo ogni episodio eclatante, ma deve essere una costante, una lotta quotidiana, a tutto campo, contro il crimine. L’invio di  un contingente di alcune decina di operatori di Polizia, serve a poco perché, nei fatti, sono veramente pochi, se si considera  i turni di riposo settimanale   o qualche assenza, per altri motivi. Il LI.SI.PO. – ha continuato de Lieto – sottolinea  che è necessario  che  ai cittadini venga garantita sicurezza  ed è impensabile che  in tanti rioni di Napoli, la presenza camorristica   è evidente  e la tanta brava gente  che vive e lavora  in quelle realtà territoriali, si sente insicura. E’ lecito chiedersi, in questi casi: “lo Stato dov’è”. Il LI.SI.PO. sottolinea che la sconfitta della “camorra” e della delinquenza , in genere , in provincia di Napoli  o altre realtà simili, non passa solo attraverso una più forte, incisiva ed incessante  azione di contrasto, all’attività criminale,  ma anche attraverso un forte impegno dello Stato, a risolvere problemi sociali gravissimi, che si trascinano da generazioni. Giovani senza lavoro, senza prospettive, senza futuro. Disoccupazione pesantissima  e condizioni di bisogno, caratterizzano pesantemente, Napoli e provincia e, sia pure in misura  diversa, altre realtà della Campania. Serve uno Stato forte ed attento – ha rimarcato de Lieto – che non lasci soli  gli Amministratori locali. Combattere l’elusione scolastica, corsi professionali seri, occasioni di lavoro, aiuti alle famiglie.  La “camorra” si combatte anche e soprattutto, attraverso l’accesso lecito ad un reddito, attraverso il lavoro, per tutte le famiglie. Napoli e la Campania tutta, sono un qualcosa di unico al mondo, per la loro bellezza e per le bellezze   architettoniche ed artistiche, uniche al mondo: si potrebbe incominciare a creare lavoro, proprio partendo  da queste realtà. Comunque, a giudizio del LI.SI.PO. – ha concluso il Presidente de Lieto – indubbiamente è importante l’azione  preventiva e repressiva delle attività camorristica, ma il problema non si può risolvere    solo con  azioni di Polizia , ma, soprattutto, creando lavoro e dando risposte vere, concrete, per garantire  le esigenze quotidiane delle famiglie e dando prospettive  ai giovani. Che fine  può fare un ragazzo  che non va a scuola, è senza lavoro, passa le sue giornate in strada, e vive in un  contesto  che può offrire ben poco?