La Sanità Pubblica Avellinese, tanti soldi ed un’assistenza panzana

La Sanità Pubblica Avellinese, tanti soldi ed unassistenza panzana

La sanità pubblica Avellinese, è costellata di eccellenze ma il sistema nel complesso è un vero colabrodo. Si parla sempre più spesso di diritto alla salute. Un diritto che a ben vedere non esiste, a meno che non si  metta mano al portafogli e si paghino le prestazioni. Dunque una sanità per pochi e per chi se lo può permettere, alla faccia dei pensionati che vivono con 4 o 500  euro al mese. È evidente che c’è qualcosa nel complesso che non funziona. Serve uno shock, una scossa; per mettere fine a questa agonia e costruirne una forma assistenziale veloce rapida e funzionale. Sembra assurdo dirlo ma con costi nettamente inferiori, senza arricchire i capi, zucche e dirigenti di cooperative vincitrici di appalti super monetari, dove  lavorano  operatori, eccellenti ma costretti ad accontentarsi di spiccioli. Ci vorrebbe poco per un sostegno più funzionale.

Oggi, l’assistenza sanitaria è una bufala, un’avventura ed un rompicapo fatto di disagi a cui tutti i giorni i poveri utenti sono obbligati ad affrontare. Disagi che diventano ancora più gravi quando investono persone affette da Malattie terminali, per le quali l’accesso alle cure spesso diventa una vera e propria giungla. L’ADI, così chiamata l’assistenza domiciliare integrata, è un servizio che dovrebbe garantire prestazioni soddisfacenti solo per il  gravoso costo pagato alle società vincitrici di appalti ma si rivela un’assistenza carente e priva di supporti. Operatori sanitari a domicilio dei pazienti senza la dovuta attrezzatura, per non parlare delle urgenze infermieristiche a loro dire non previste ed i sottoposti a terapie in fusionali giornaliere, in caso di necessità devono rivolgersi a pagamento. Tanti soldi e soldoni pubblici è bisogna pagare. Non tralasciamo il servizio di guardia medica, inefficace, inefficiente. I medici preposti non possono prescrivere farmaci. Interpellati, dicono: “siamo qui solo per visitare in caso di urgenza, se prescriviamo veniamo multati”: Un utente allora che  ha bisogno di un farmaco urgente, cosa deve fare? Il suddetto servizio non dovrebbe sostituire i medici di base in loro assenza? Per restare in ambito medico, un voltastomaco. Occorre con urgenza un intervento specifico degli addetti ai lavori. Un giro di pennacchio dei cosiddetti manager, tradotto in breve interventi radicali e risolutivi, sicuramente più convenienti per le casse pubbliche, piacenti e mirati per i fruitori. Quale ordine di informazione non ci arrenderemo, continuando a far sentire la voce dei più deboli. Il Diritto alla salute forse è solo un opinione.

Francesco  Di Crescenzo