L U S T R ITEATRO, “La fata morgana” cantastoriata per le donne vittime di mafia da Lea Garofalo a Palmina Martinelli, una lunga scia di sangue innocente

L U S T R ITEATRO, “La fata morgana” cantastoriata per le donne vittime di mafia da Lea Garofalo a Palmina Martinelli, una lunga scia di sangue innocente

Sabato 6 febbraio, alle 21, al Centro Auditorium Asi, sempre a Solofra, per la sezione Teatro, curata dal direttore artistico di L U S T R ITEATRO Enzo Marangelo, va in scena “La fata morgana”, regia di Marica Roberto, con la compagni Attori&Musici, spettacolo dedicato alle donne vittime della criminalità organizzata, con Carmelo Cacciola (chitarra, liuto cretese, voce), Pietro Cernuto (zampogna, flauti, marranzano, tamburello, voce), Francesco Salvadore (tamburi a cornice, voce) e la collaborazione di daSud Antimafie. Seguirà “Oltre la scena”.

“Una cantastoriata, un tu per tu con il pubblico, faccia a faccia; il pubblico portato con vicinanza e forza dentro le storie di donne vittime della mafia. Si deve creare un’unica collettività: occorre intimità ma anche furore.

La Fata, coperta dai vestiti di tutte le donne, è la portatrice di ogni storia, e “diventa” ognuna di esse. La voce maschile è un controcanto ostile, derisorio, incapace di comprendere, fintamente allegro, rappresenta la mattanza delle donne. In scena non c’è niente.

Tutti gli oggetti e le pezze che la Fata userà per illustrare/essere li porta con sé in un sacco della spazzatura. Da tanta spazzatura emergono le voci di rivalsa, di risorse sempre presenti in queste donne di tutte le età, ed in quelle che verranno.

Gli sgabelli dei musici anch’essi sono coperti di sacchi di spazzatura, ma non ci arrendiamo, noi siamo vita. Luci pochi quadri dalla tragedia all’allegria. Musica sempre presente e incalzante, accarezzante o lenitiva. Repertorio che riguarda terre martoriate.

Tragedia sì ma anche rinascita: “le femmine, dico io, hanno risorse…”.” Marica Roberto