Baiano: “Arciano: Vita e Storia di un Bosco” presso la scuola Media “Parini”

Baiano: “Arciano: Vita e Storia di un Bosco” presso la scuola Media “Parini”

Questa mattina, presso la Scuola Media “Giuseppe Parini” sita in Baiano, è stato presentato il programma della manifestazione, organizzata dall’associazione “Maio Santo Stefano”, “ARCIANO, VITA E STORIA DI UN BOSCO” facendo da prologo al ventaglio delle attività, che porteranno ad una più profonda conoscenza dei significati del culto arboreo del Maio, parte costitutiva della storia del lavoro delle generazioni del passato.

Cos’è la Festa del Maio? Quali sono le sue radici? Perché è così importante per la comunità del Baianese? La “Festa del Maio” ha origini antichissime, affonda le radici in tempi pagani, forse correlate con la primavera, sebbene si inserisca nella tradizione cristiana a tutti gli effetti, come presentazione di doni a scopo propiziatorio e come ringraziamento: il Maio, l’albero maggiore, vale come offerta sacra. Questa celebrazione, che ricorre ogni 25 Dicembre, è dedicata a Santo Stefano, primo martire, patrono del paese di Baiano.

I preparativi per questa festività iniziano il 13 Dicembre, quando, in occasione della festività di Santa Lucia, ha inizio il ciclo delle “messe e nott”, celebrate alle 5 del mattino per proseguire, poi, cantando e suonando per le strade principali del paese.

La pianta del Maio viene tagliata la mattina di Natale, dopo essere stata scelta tra le più grandi e più diritte piante del vicino bosco di Arciano.

 <<La parola “Arciano” deriva, molto probabilmente, dal latino “Arx Iani”: Tempio di Giano>>. Giano, in latino Ianus, era il “dio degli inizi”, materiali e immateriali, una delle divinità più antiche e più importanti della religione romana, latina e italica. È, solitamente, raffigurato con due volti, poiché può guardare il futuro e il passato ma anche perché, essendo il dio della porta, può guardare sia all’interno sia all’esterno. Nell’antica Roma, le porte del Tempio di Giano erano aperte in periodo di pace mentre erano chiuse in periodi di guerra.

<<La festa del Maio è più di una tradizione folkloristica>> – dice il vice-vicario Generoso – <<la Festa del  Maio rappresenta le nostre radici. La festa del Maio siamo Noi>>. <<Siamo, da tempo, soliti, con l’aiuto dell’Arma dei Carabinieri, organizzare degli incontri contro l’utilizzo delle armi da fuoco e affini, spesso usate con “leggerezza” e, ancor più spesso, da ragazzini inesperti e distratti e, purtroppo, ci si può far male>>.

<<Noi teniamo affinchè i ragazzi partecipino, in prima persona, alla tradizionale “Festa del Maio” perché sono il Futuro, sono i cultori della tradizione e saranno loro a portarla avanti e a tramandarla alle generazioni che seguiranno, come abbiamo fatto noi.  Devono, però, comprenderla.>> perché “La festa del Maio non è solo la tric trac” dice uno dei docenti, con tono scherzoso, ad un allievo distratto. “con il passare degli anni ci sono state delle degenerazioni ma, adesso, bisogna ritornare alle origini.”

Si cerca una partecipazione attiva da parte dei giovanissimi di Baiano e le associazioni, soprattutto l’associazione “Maio Santo Stefano”, sperano di riuscire a coinvolgere realmente le nuove generazioni portandoli attraverso i sentieri della tradizione, facendo loro conoscere i profumi e i sapori di un tempo che, ogni anno, si “rinnovano” grazie alla suddetta celebrazione, cercando di far nascere in questi piccoli e forti cuori la curiosità per ciò che è stato e la voglia di conoscere un po’ più a fondo qualcosa che è radicato nelle radici, quel qualcosa “che si deve tramettere, che ti appartiene più del sangue, più di un cognome”.

“Il Maio è casa!”, è simbolo di unione, di fratellanza, di unità. <<Durante la celebrazione della Festa del Maio nel 1980, subito dopo il tremendo terremoto di cui tutti sappiamo, non c’è stato uno sparo. Neanche uno piccolo. Anzi, per la prima volta, c’è stata una grande affluenza, anche di donne che, solitamente, per paura di restare ferite dai fuochi delle carabine, restavano a casa. Da quell’anno tutto è cambiato e l’affluenza è cresciuta sempre più. È questo quello che vogliamo trasmettere: l’unità. La tradizione. Siamo un paese, una “famiglia”, una comunità e la festa de Maio non è solo una celebrazione fine a se stessa ma è specchio di una comunità>> si hanno le stesse radici, come un singolo albero con migliaia di rami…

Annarita Franzese.