Il 14 maggio 1948, poche ore prima della fine del mandato britannico sulla Palestina, David Ben Gurion, leader del movimento sionista, proclama ufficialmente la nascita dello Stato di Israele, durante una cerimonia a Tel Aviv.
La dichiarazione rappresenta la realizzazione politica del sionismo, il movimento nato a fine Ottocento con l’obiettivo di creare una patria per il popolo ebraico nella terra storicamente legata a Israele e alla tradizione biblica.
Pochi minuti dopo la proclamazione, il nuovo Stato riceve il riconoscimento da parte degli Stati Uniti e, successivamente, dell’Unione Sovietica.
Il giorno successivo, 15 maggio 1948, inizia il primo conflitto arabo-israeliano: cinque Paesi arabi (Egitto, Transgiordania, Siria, Libano e Iraq) attaccano Israele, rifiutando la spartizione prevista dalle Nazioni Unite e opponendosi alla nascita dello Stato ebraico.
La guerra durerà fino al 1949 e si concluderà con la vittoria di Israele, che estenderà i propri confini rispetto al piano ONU. Il conflitto provocherà centinaia di migliaia di profughi palestinesi, dando origine a una delle questioni geopolitiche più complesse e irrisolte del Novecento e del nostro tempo.
