SPERONE. Varato il PUC (PIANO URBANISTICO COMUNALE)

SPERONE. Varato il PUC (PIANO URBANISTICO COMUNALE)

Comparti perequativi, verde pubblico diffuso, sviluppo sostenibile,integrazione tra centro storico  e aree di periferia, miglioramento delle infrastrutture, riduzione degli indici di cubatura: obiettivi del Puc elaborato dal professore Pasquale Miano, docente della Facoltà di architettura dell’Università degli studi di Napoli.

di Gianni Amodeo

Nessun ritardo o pausa nell’iter delineato e programmato con chiarezza di idee rapportate all’armonica interazione tra ambienteverde pubblicoterritorioedilizia nel rispetto dei parametri che  garantiscano la qualità della vita sociale e lo sviluppo sostenibile delle attività produttive. E’ il quadro degli indirizzi, con cui il  Piano urbanistico comunale, elaborato e redatto dal professore Pasquale Miano, docente della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli, è diventato concreta realtà, con il voto di approvazione espresso all’unanimità dalla maggioranza consiliare e il voto contrario pronunciato della minoranza.

E’ un passaggio amministrativo di significativa rilevanza, che colloca Sperone nel ristretto numero degli oltre 500 Comuni della Campania, la cui pianificazione urbanistica e delle attività costruttive è ancorata sia al dettato della legislazione regionale del 2004, sia al rispetto delle trasformazioni che si sono venute registrando negli ultimi decenni nel contesto cittadino, con graduale trend di crescita demografica, prossima a toccare la soglia dei 4 mila abitanti. E’ il passaggio che fissa regole e disposizioni dettagliate e nette, a garanzia della trasparenza e della legalità nella delicata materia dell’urbanistica che, com’è largamente noto, diventa campo aperto a speculazioni e abusi edilizi di vario genere, se non è pianificata e gestita secondo le normative vigenti e al passo con i tempi. E su questo versante, abbondano le  “storie” di illegalità “ignorata” in molteplici contesti comunali e con amministrazioni “assenti” per le più disparate ragioni, ma soprattutto per “conquistare” consenso elettorale, penalizzando senza scrupolo le comunità che finiscono per pagare pesanti pedaggi in termini di fiscalità locale, a fronte del “costruito”, tanto per dire, che non risulta nei ruoli catastali, pur beneficiando dei servizi che sono a carico appunto delle comunità.

Il Puc  approvato dal civico consesso segue di un decennio la “variante”- l’unica ad essere stata “varata” al Piano regolatore generale, risalente agli anni ’ 90–  e corrisponde alla visione politica che della realtà cittadina nel presente e nell’immediato futuro ha elaborato l’amministrazione dell’Ente di piazza Lauro; visione le cui linee portanti e specifiche sono state al centro della seduta monotematica svoltasi nella sala consiliare del Palazzo comunale, con la presentazione e illustrazione proposte- sul piano politico- dall’ intervento del sindaco Marco Santo Alaia, che svolge anche le funzione di assessore all’urbanistica,  e –sul piano tecnico e normativo di conformità alla legislazione regionale- dalla relazione tecnica sviluppata dal professore Pasquale Miano, docente della Facoltà d’Architettura dell’Università degli Studi di Napoli, che ha elaborato e redatto la mappa di progettazione dello strumento di pianificazione.

Tra gli elementi caratterizzanti del Puc, il criterio della formazione dei comparti perequativi, con cui si associano più titolari di suoli sui quali è riconosciuta l’edificabilità; criterio, che risponde ad esigenze e principi di uguaglianza tra i cittadini, prevedendo la cessione a titolo gratuito del 30% o del 33%  dei suoli resi edificabili all’amministrazione comunale per la realizzazione di strade, spazi e aree attrezzate per utilità sociale. Un’operazione per la quale l’amministrazione non deve sostenere oneri economici per le procedure di esproprio, realizzando, in pari tempo, opere di pubblico interesse. Altro elemento caratterizzante, la valorizzazione del centro storico, conservandone la fisionomia originaria, nel tipico  profilo orizzontale degli edifici, nulla concedendo alle contaminazioni multiplano in verticale; profilo orizzontale che è la nota caratterizzante e costante della vivibilità, con cui s’identifica il costruito del territorio, in larga parte dell’ Area nolana come del comprensorio dell’ Unione intercomunale del Baianese e dell’ Alto Clanio e del contesto urbanistico di Avellino e dei Comuni del circondario.   E’ la prospettiva che si rapporta strettamente al miglioramento urbano e alla riqualificazione delle aree del perimetro periferico del territorio comunale, con l’incremento della dotazione del verde pubblico attrezzato, il miglioramento delle infrastrutture con sedi stradali ampie. Come dire che il  centro storico e le aree periferiche nello scenario del Puc  s’integrano in  un processo di osmosi, per rispondere alle esgienze della comunità per la vivibilità migliore possibile.

Aspetto basilare del Puc  l’abbassamento degli indici di cubatura per l’edificabilità che si aggirano intorno all’ un per cento o poco più. Un dato che per se stesso, teneva ad evidenziare il sindaco Alaia non favorisce affatto  eccessi di cementificazione e d’ indebito consumo dei suoli. Un rilievo di contestazione- quest’ultimo- che aveva sollevato il capo-gruppo della minoranza, Franco Vittoria, nel denunciare, quelli che la minoranza giudica rischi veri e propri di incorrere nell’ipercementificazione del territorio comunale. Un punto di valutazione   rigettato sia dal professore Miano che da Alaia , facendo leva, tra l’altro, sul fabbisogno dei vani da realizzar ex-novo per l’incremento demografico previsto per i prossimi quinquenni; fabbisogno che il Piano territoriale di coordinamento provinciale di Avellino  quantifica in ottocento vani, mentre la previsione del Puc – per aderenza alla legislazione vigente e per univoca scelta politica dell’amministrazione- è stata ridimensionata a 500 vani da costruire ex-novo negli ambiti dei comparti perequativi.

Un bel passo in avanti sui percorsi della normalità, quello compiuto dall’amministrazione, anche alla luce del confronto dialettico civile e articolato che si è sviluppato nella seduta del civico consesso a carattere monotematico. Certo, sarebbe stato ben più significativo se il modelloSperone  si fosse tradotto nel modello di governo urbanistico dell’Unione intercomunale del Baianese e dell’Alto Clanio, in ragione di una visione organica e di lunga prospettiva per la valorizzazione del territorio, su insiste la conurbazione da cui è connotata. Ma i limiti e le inadeguatezze in questa luce non sono ascrivibili certo al modelloSperone.