BAIANO. Verso il nuovo PUC. Oltre 30 anni di attese, quattro “adozioni fallite” denaro pubblico sprecato

BAIANO. Verso il nuovo PUC. Oltre 30 anni di attese, quattro adozioni fallite denaro pubblico sprecato

…a cura del Circolo “L’Incontro” 

PROSPETTO DI  INDICAZIONI E LINEE DI ORIENTAMENTO PER IL PRELIMINARE  DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI BAIANO.

LE FINALITA’

Il documento vuole rappresentare – e costituire- soltanto ed esclusivamente la testimonianza d’impegno e civica partecipazione del Circolo de L’INCONTRO nel concorrere alla formazione dello strumento di pianificazione urbanistica del Comune di Baiano.

E’ il profilo di testimonianza, che si rapporta alla ratio dell’articolata legislazione urbanistica regionale della Campania del dicembre del 2004, in cui è contemplata e promossa, tra l’altro, l’azione di proposta di associazioni, gruppi di volontariato e di impegno sociale, affinché la governance dei territori, non solo ne rispecchi la morfologia e le peculiarità, senza ridursi alle mere scelte per la realizzazione di insediamenti edilizi di varia volumetria, ma interpreti anche e soprattutto le istanze sociali diffuse e di conclamata responsabilità pubblica, espresse nel libero e trasparente confronto democratico, sviluppato nella comunità e nell’interlocuzione tra le civiche amministrazioni e le articolazioni delle comunità. E’ il metodo configurato, per contrastare e rimuovere alla fonte tutte le condizioni, che possano determinare e favorire interessi di speculazioni immobiliari, a beneficio di clan di camorra e cricche di vario assortimento, ma in danno degli interessi generali e dell’utilità collettiva.

Sono istanze che, nella specificità del prospetto, si connettono con lo stato oggettivo  della mini-conurbazione, formatosi nel decorso trentennio, con cui i sei Comuni dell’ Unione del Baianese e dell’Alto Clanio sono- di fatto- un’unica entità, in una ristretta fascia di superficie, con condivisi e convergenti fattori d’identità socio-culturali, il cui collante è dato dalla millenaria storia di Avella, la pomifera, citata da Virgilio nell’Eneide, il poema celebrativo delle fonti primigenio della civiltà greco-romana.

Il documento, nel recepire lo spirito della legislazione urbanistica regionale del 2004,  è ancorato- nella visione generale- sia agli scenari di governance disegnati dal Piano territoriale della RegioneCampania che alle prospettive del Piano territoriale di coordinamento provinciale di Avellino, diventato esecutivo sei mesi orsono e che contempla per l’ Irpinia l’articolazione di 20   Sistemi urbani, intesi quali Città intercomunali, le cui incubatrici  sono le Unioni intercomunali e, meglio ancora, le Fusioni intercomunali. E di queste ultime, anche se con presupposti normativi distinti da quelli della legislazione del 2004, un esempio significativo è espresso dalla costituzione di un unico Comune, aggregando le municipalità di Montoro Superiore e Montoro Inferiore. Una scelta maturata e concretizzata due anni fa, con interessanti e proficui ritorni nella qualità sociale della vita per la Città di Montoro, avvalorata dall’efficienza funzionale dei servizi comunali e con utili ritorni in termini di economie di scala.

LE PREMESSE –    La stasi demografica.

E’ da circa venti anni ormai che gli indici demografici di Baiano sono fermi, ma con propensione a regredire, attestandosi al di sotto della soglia dei cinquemila abitanti, mentre tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso si era superata tale soglia, tanto che alle “amministrative” si sperimentò- secondo la legge vigente- per la prima ed unica volta l’elezione del civico consesso con il sistema proporzionale.

 Il calo demografico, ch’è generalizzato per tutte le realtà sociali- piccole, medie e grandi del Sud- non appare suscettibile di inversione, con positiva evoluzione d’incremento. I fattori di crisi economica sono noti, la formazione di nuovi nuclei familiari è precaria e limitata, mentre è sotto gli occhi di tutti il fenomeno di operai, piccoli imprenditori come dei giovani, acculturati e dotati di formazione scolastica superiore ed universitaria per le migrazioni (a) sia interne verso il Nord, (b) sia e più recentemente, verso Londra e Berlino, in particolare, e non mancano coloro che hanno intrapreso le migrazioni verso l’ India., con meta Bangalore.

Sono elementi, la cui oggettività non permette di formulare significative proiezioni su scala decennale in progress. E non è casuale, d’altra parte, se nelle previsioni del Ptcp di Avellino sia programmata l’istituzione del Sistema urbano dell’Unione dei Comuni del Baianese e dell’Alto Clanio. E nella prospettiva dell’Unione lo stesso Ptcp per il Comune di Baiano– in proiezione decennale, ma senza la stima congrua dei limiti, di cui si è detto- è prefigurata la “crescita” di edificazione pari a poco più di 160 appartamenti.

 La dominante rurale, colturale e naturalistica

 Il Piano territoriale della Regione-Campania riconosce al contesto intercomunale dell’ Unione la peculiarità identificativa della cosiddetta “dominante rurale, colturale e naturalistica”. E’ il riconoscimento, per il quale la legislazione urbanistica regionale del 2004, con riferimento all’art.49 del Titolo II prescrive che gli strumenti urbanistici generali devono individuare le destinazioni colturali in atto, per tutelare le aree agricole particolarmente produttive, evitando che siano utilizzate e destinate a fini edilizi. E’ la disposizione vincolante, in virtù della quale le aree dei noccioleti, degli uliveti e dei noceti vanno preservate e tutelate per le tipologie colturali praticate; disposizione, che viene corroborata ed avvalorata ancor più, con carattere stringente al massimo, dalle disposizioni sia del Ministrero dell’agricoltura e delle foreste che della Regione-Campania e della Provincia di Avellino, a tutela del patrimonio agricolo e paesaggistico, quale bene comune di primaria rilevanza.

Il Ptcp di Avellino prevede, altresì, che le amministrazioni comunali per la realizzazione di future opere pubbliche o servizi siano utilizzati terreni agricoli incolti e non produttivi, in funzione dello sviluppo ordinato del territorio urbano ed extra-urbano, riducendo al minimo il consumo dei suoli agricoli e delle attività produttive connesse.

Oltre 30 anni di attesa: dissipato circa un milione di euro.

 Il Piano urbanistico comunale, che il civico consesso si appresta a deliberare, segue il percorso di quattro “esperienze” politico-amministrative, il cui epilogo è stato dal “nulla pianificato”. Quattro “esperienze” di strumenti di pianificazione adottati nell’aula consiliare del palazzo municipale, ma restati “pezzi di carta”, privi di vigenza e valore attuativo, non avendo superato il vaglio sia dei competenti organi istituzionali o per essere stati “cancellati” in sede giurisdizionale. Sono “esperienze”, il cui costo economico è stato fatto gravare sulla fiscalità locale – secondo una stima attendibile- per poco meno di un milione di euro, tra i settecento e i novecento milioni delle lire del vecchio conio. Il dato serve per evidenziare che sotto questo aspetto, per il “governo” urbanistico ed edilizio locale è stato seguito a tutt’oggi lo schema del Prg del 1978, redatto da Giancarlo Cosenza, per diventare vigente nel 1982 . Come per dire, che il tempo s’è fermato a 36 anni fa la…protostoria della pacifica “rivoluzione” informatica dello scorcio iniziale del XXI secolo.

(Domani sarà pubblicata la seconda parte: Le proposte\suggerimenti  e i rilievi valutativi )