CAMPANIA. Finito in carcere per pedofilia viene ucciso all’uscita del permesso premio

CAMPANIA. Finito in carcere per pedofilia viene ucciso alluscita del permesso premio

Condannato per violenza sessuale su una minorenne, che in seguito a quegli abusi si ammazzò, un uomo di 45 anni è stato ucciso ieri sera a Frasso Telesino, un centro del Beneventano, dove era tornato da un paio di giorni grazie a un breve permesso ottenuto dopo nove anni di detenzione. L’assassino ha raggiunto Giuseppe Matarazzo fin dentro casa, per poi allontanarsi senza essere notato da nessuno, almeno stando alle prime indagini avviate dai carabinieri. Che per ora non si sbilanciano sul movente, ma certo Matarazzo difficilmente può avere avuto il tempo di farsi qualche nemico nelle poche ore di libertà di cui ha goduto in questi giorni, quindi è più che probabile che l’omicida avesse con lui un conto aperto da molti anni, e vista la colpa di cui si macchiò, non si può escludere che chi ha deciso di ucciderlo abbia ritenuto che l’uomo meritava una condanna superiore a quella inflittagli in corte d’assise e poi in appello.

Una condanna che in secondo grado aumentò, passando da dieci a undici anni, anche se i giudici non riconobbero l’imputato colpevole di istigazione al suicidio, come invece chiedevano l’allora procuratore di Benevento Giuseppe Maddalena e la sostituta Anna Frasca, e come riteneva pure il gip Simonetta Rotili, che firmò l’ordinanza di custodia cautelare. Quando fu arrestato, il 4 marzo del 2009, Matarazzo aveva 36 anni, faceva il pastore e i carabinieri arrivarono a lui indagando sull’apparentemente inspiegabile suicidio, avvenuto il 6 gennaio del 2008, di Michela Iorillo, una ragazza di 16 anni, vicina di casa dell’uomo. Figlia anche lei di un pastore, nel pomeriggio dell’Epifania uscì per andare a dare da mangiare agli animali, invece si inoltrò nei campi, raggiunse un albero e si impiccò.

Grazie anche alle ammissioni di alcune amiche, i carabinieri scoprirono che la ragazza, infatuatasi non ancora quattordicenne di Matarazzo, era stata completamente soggiogata, e ne subiva gli abusi da due anni. Inoltre accertarono che prima di lei anche la sorella era stata violentata dal vicino di casa. La vicenda di Frasso Telesino ricorda quella del Rione dei Poverelli di Torre Annunziata, dove nel luglio del 1999 due uomini accusati, insieme ad altri, di violenze su alcuni bambini, furono uccisi a distanza di poche ore appena scarcerati.