BAIANO. Il Natale Cristiano e la Festa del Maio di S. Stefano

BAIANO.  Il Natale Cristiano e la Festa del Maio di S. Stefano

di Antonio Vecchione

Stamattina alle 05.30, nella Chiesa di S. Stefano, con la prima “Messa ‘e notte” di S. Lucia,  è iniziato il percorso di Fede che porterà il popolo di Baiano a celebrare il Natale, ovvero la Nascita di Cristo venuto sulla terra per salvare il mondo, come ci ricorda don Fiorelmo dall’altare. La sua omelia è stata chiarissima, finalizzata a riscoprire il significato vero del Natale: “Non lasciatevi ingannare”, ci ha ripetuto più volte, “il Natale non è il Maio né la devozione per S. Stefano, ma è la nascita di Gesù, nel Quale troviamo il nostro “ristoro”, la nostra speranza di Salvezza”.  Una giusta visione in linea con la sua missione di parroco e da accogliere con l’umiltà del Cristiano. Ma con la stessa umiltà è importante comprendere anche la sensibilità popolare che si manifesta da secoli nella festa del Maio, che è una festa di Pace, di solidarietà, di buoni sentimenti, di tradizioni popolari, che migliora il popolo e nella quale si manifesta e si conferma  la devozione per il Santo Protettore, a cui il popolo si è sempre affidato. Don Stefano Boccieri, parroco di S. Stefano per lunghi anni del 900, scriveva  nel 1957: “la funzione del Maio e del Focarone non è ricopiata da riti pagani, ma è bella perché semplice e genuina opera di fede”. Un’affermazione frutto della sua esperienza di parroco, figlia del suo tempo. Oggi possiamo affermarlo con la stessa convinzione? Probabilmente lo stesso don Stefano avrebbe qualche dubbio a riscriverla. Ma ci sono segnali  positivi da cogliere, proprio all’interno della tradizione del Maio. Le “Messe ‘e notte” ne costituiscono una testimonianza. Le “Messe ‘e notte” hanno una Grazia particolare, unica, che si percepisce dall’intensità della partecipazione dei fedeli, dall’atmosfera fervida, calorosa e raccolta, dalla consapevolezza  di essere eredi di una tradizione di Fede nella quale il popolo intero orgogliosamente si riconosce. Chi ha il dono di partecipare percepisce che la sacralità della Chiesa, in queste Albe, si trasforma: c’è nell’aria una sorta di familiarità, di iniziatica complicità. Ci sentiamo titolari di un privilegio, parte di qualcosa che va oltre le nostre  persone, e che ci unisce, inorgoglisce e gratifica. Le note struggenti dei brani eseguiti dalla piccola banda, nel rispetto di una  tradizione centenaria, si diffondono negli spazi della Chiesa, aleggiano tra altari e colonne, tra banchi e inginocchiatoi,  toccano il cuore e ti proiettano in una dimensione senza tempo: il passato, il presente e il futuro si fondono e tutti i baianesi, di ogni epoca, sono presenti ai piedi dell’altare a onorare il Santo. Le sinfonie eseguite sono un balsamo che migliora la vita, una sorta di medicina per l’anima. Sono eterne melodie che suscitano sentimenti, emozioni, ti elevano e ti redimono, ti prendono per mano ed evocano ricordi di persone ed eventi a noi cari, tra nostalgia del passato e fiducia per il futuro. La Festa è, dunque,   la riscoperta del patrimonio di valori che noi baianesi  abbiamo avuto la fortuna di ereditare dai nostri avi. Uno scrigno prezioso che contiene storia, memoria, valori e identità del popolo baianese, e per questo è da rispettare e salvaguardare. Con la passione, l’orgoglio e la consapevolezza di questa eredità da condividere e portare avanti,  dobbiamo fare ogni sforzo affinché la Festa conservi il carattere di una “funzione”, un’”opera di Fede”, cominciando a ridare solennità alla Processione del Maio, che non dovrà essere trasformata in un’estenuante esibizione di “potenza” di colpi di artiglieria, senza alcun significato, che allontana appassionati e ospiti.  Lodevole è il mantenere questa tradizione, ma occorre farlo con garbo, rispetto  e civiltà, ricordando che si tratta soltanto di un originale spettacolo folcloristico di contorno: altri sono i significati della festa.  La Processione dovrà avere il carattere di un gioioso cammino di Pace, di un ritrovarsi ancora una volta insieme, di “rinascita” all’amore e alla  bellezza,  tra gli altri e con gli altri, di  orgoglio identitario e di Fede, allietato da canti e arricchito da abbracci solidali. Celebrare la Festa ha il significato, dunque, di far rifiorire Fede e Speranza, per aiutarci a vivere  cristianamente nelle difficoltà del mondo contemporaneo. Buon Natale e buona festa del Maio a tutta la comunità.