TEATRO. “Peppe Diana, Il coraggio di avere paura” in scena al Teatro Totò

TEATRO.  Peppe Diana, Il coraggio di avere paura in scena al Teatro Totò

TEATRO.  Peppe Diana, Il coraggio di avere paura in scena al Teatro TotòVentidue anni fa, il 19 Marzo 1994 a San Giuseppe, quattro colpi di postola recisero la vita di un eroe per caso: il trentaseienne don Peppe Diana. Arte per ricordare, per non dimenticare, per narrare un’assenza. E’ questo che ha spinto la produzione del teatro Totò in collaborazione con Arteteca a realizzare questa messinscena nel ricordo di don Peppe Diana e del suo coraggio di avere paura che ha avuto da subito il placet dell’associazione di promozione sociale Comitato don Peppe Diana. L’associazione di promozione sociale Comitato don Peppe Diana è nata ufficialmente il 25 aprile 2006, come frutto di un percorso di diversi anni, che ha coinvolto persone e organizzazioni unite dal desiderio di non dimenticare il martirio di un sacerdote morto per amore del suo popolo. Il comitato don Peppe Diana fu costituito nel 2003 da sette organizzazioni attive nel sociale, le quali decisero che il messaggio, l’impegno e il sacrificio di don Giuseppe Diana non dovessero essere dimenticati. “Peppe Diana. Il coraggio di avere paura che debutterà al teatro Totò di via Frediano Cavara di Napoli lunedì 22 febbraio alle ore 10,30 in occasione della mattinata sociale e in serale martedì 23 febbraio alle ore 21,00, è uno spettacolo, scritto da Ciro Villano e Gaetano Liguori, con adattamento di Edoardo Guadagno e contributi video di Gennaro Silvestro, che vede protagonisti i trenta giovani attori, diplomatisi presso lAccademia delle Arti teatrali del Teatro del Totò diretta da Gaetano Liguori con la volontà di completare, affrontando tematiche sociali come queste, non solo il percorso artistico dei giovani ma soprattutto quello umano e di vita. Tematiche sociali, argomenti formativi per i giovani attori che il teatro Totò negli anni ha già affrontato con gli spettacoli: Scetate Maestà ambientato durante la rivoluzione napoletana del 1799, O juorno e San Michele di Elvio Porta dove si affrontava la questione meridionale e Al di là del mare per non dimenticare dove si puntavano i riflettori sul femminicidio, tema quanto mai attuale negli ultimi tempi. NOTE DI REGIA: Siamo nella chiesa di San Nicola a Casal di Principe, sono le 7:25 del 19 Marzo 1994 è san Giuseppe. Don Peppino Diana dirà messa molto presto quella mattina, poi si recherà ad Aversa allITIS A. Volta dove insegna. Per il pomeriggio i suoi amici gli hanno preparato una piccola festa per il suo onomastico, ma quella festa e quella messa annunciata per le 7:30 non saranno mai celebrate. I killer della camorra spezzeranno la sua vita con quattro colpi di pistola sparati a bruciapelo con rara ferocia in pieno viso. Peppino tre giorni prima della sua morte, era stato interrogato in procura sui rapporti daffari tra politica e camorra. Solo qualche mese prima aveva organizzato una fiaccolata anticamorra che aveva coinvolto però solo poche persone. Aveva firmato un documento di denuncia contro la malavita organizzata, si dava da fare per aiutare gli extracomunitari, lavorava con una comunità che si occupava dei tossicodipendenti e seguiva con passione il gruppo dei giovani scout. Un prete molto scomodo quindi, per chi fa del malaffare una regola di vita. Ecco perché muore a soli 36 anni Don Peppe.

Voleva educare i giovani alla legalità, al rifiuto della convivenza con la camorra ed al suo sistema di potere. Probabilmente questa azione civica quotidiana gli è costata la giovane vita. Ecco quindi che il modo migliore per rendere onore alla sua memoria è  quello realizzare uno spettacolo teatrale che ci parlasse di lui, della sua vita, dei suoi dilemmi, dei tanti dubbi che Don Peppe aveva avuto anche sull’atteggiamento della stessa chiesa nei confronti dei camorristi. In scena interpreti della storia trenta giovani attori, diplomatisi presso l’Accademia delle Arti teatrali del Teatro del Totò; un naturale filo conduttore tra il coraggioso lavoro svolto da Don Peppe è l’impegno civile che bisogna inculcare ai ragazzi, affinché diventino a loro volta tanti piccoli soldati di un coscienzioso esercito, schierato contro tutte le mafie e le camorre del mondo. A ventidue anni dalla sua morte, don Peppe Diana, a sua insaputa diventa “eroe per caso”, e che consentirà tra cronaca, intuizioni e un pizzico di fantasia scenica, di non dimenticare.