“Ninà”, debutto al Teatro delle Palme. Intervista alla protagonista femminile Vanessa Gravina

“Ninà”, debutto al Teatro delle Palme. Intervista alla protagonista femminile Vanessa Gravina

NAPOLI – Una commedia retrò che nasce nel 1949 dalla mente e dalla penna di André Roussin, ed è la storia di un triangolo (quasi) perfetto tra marito-moglie-amante. Esilarante commedia borghese per eccellenza, è allo stesso tempo uno spettacolo intelligente e raffinato, basato non solo sulla battuta e il riso, ma anche su un’ analisi introspettiva molto profonda e lucida, una sorta di disamina psicologica del mondo attuale, uno spaccato realistico della società odierna.

In scena vediamo 3 individui, marito, moglie e amante di lei, tre creature confuse, tre stereotipi in fuga dal proprio identikit prestabiliti, tre persone fragili e disorientate che cercano di evadere dalla gabbia della condizione borghese, che altro non è che una società forse troppo perbenista.

La commedia è ambientata, come si è potuto capire, nel mondo borghese, e ne rappresenta una denuncia. Il gioco scenico viene sovrastato dalla follia di Ninà, una pazzia estremamente lucida di una donna imprevedibile, vivace, paradossale, dotata di grande senso di umorismo, tutte caratteristiche tipicamente francesi.

La pièce teatrale sostanzia l’incapacità di provare amore, il problema centrale della vicenda: Ninà nella sua follia cerca di tenere in piedi l’altarino quasi perfetto di questo ménage à trois, che perfetto non è perché, ovviamente, ella è sposata con una marito perbene che ha bisogno di lei, ma, sostanzialmente, non la ama, come la stessa Ninà dichiara apertamente al pubblico; ha un amante che non le dà felicità perché ha altre quattro donne, ma per nessuna prova un interesse sincero e autentico.

Tre individui in una condizione di disperata ricerca di libertà, ovvero della realizzazione del proprio sé, realizzazione che, naturalmente, non avverrà mai. Divertente e significativo il fatto che nella commedia – per dirla alla Pirandello – “tutto è perbene”, nulla cambia: i personaggi cadono, si rialzano e ri-cadano, costantemente immersi nel vortice frenetico del vivere quotidiano, rinchiusi nella gabbia perbenista del mondo borghese, dalla quale non si sfugge se non attraverso il sarcasmo, il paradosso, l’umorismo, l’ironia e la presa in giro della realtà. 

Vanessa, una commedia attualissima e molto umana, dove alla protagonista femminile, ruolo che interpreti, manca uno dei sentimenti fondamentali della vita, un “amore disperato” che ognuno di noi tenta di ottenere.

“Certo, questa è la tematica fulcro della pièce: la ricerca della relazione e della passione, un meccanismo guasto che regola i rapporti umani. Ninà rappresenta la donna bugiarda e ostinata nel creare una forma di amore effimera e illusoria. L’elemento divertente è proprio il paradosso, ossia la realtà portata in chiave  sorprendente e bizzarra, che appare in tutta la sua brutalità pregna di vis comica: nel suo inventarsi la verità, Nina inconsapevolmente dichiara il vero”. 

Raccontaci un po’ di te. Hai iniziato la tua carriera artistica con l’esordio all’età di soli a 7 anni. “E’ vero. Ho avuto la fortuna di iniziare da giovanissima a Milano negli anni ‘80. Ho fatto tanta pubblicità con campagne fotografiche con bravissimi professionisti come Fabrizio Ferri, Oliviero Toscani, Angelo Frontoni. In realtà la fotografia mi annoiava molto perché la considero una forma di celebrazione del bello, almeno per chi la subisce, non per il fotografo che personifica, ovviamente, la creatività. Poi sono passata alla radio, alla mia prima esperienza negli anni 81-82, con Massimo Catalano, e poi tanto cinema, tv e teatro a partire dal mio primo film nel 1985, “Colpo di fulmine” per la regia di Marco Risi”.

Hai ottenuto grande successo recitando nella fiction “La Piovra”, quarta e quinta stagione con il grande attore Michele Placido e Vittorio Mezzogiorno: un film importante che illustra i mali della nostra Italia.“E’ stata una serie tv che ha segnato il tempo attraverso le figure dei protagonisti, grandi eroi romantici che furono il commissario Cattani e il personaggio Ereditato, interpretato da Vittorio Mezzogiorno (padre di Giovanna Mezzogiorno), insieme ad un cast straordinario (Remo Girone, Bruno Cremer, Mario Adolf). Facemmo 19 milioni di spettatori, “La Piovra” è stata una delle serie televisive più seguite d’Europa, forse del mondo”.

Un’altra grande tua interpretazione nel film noir “La ragazza di Cortina” (1994). Cosa ricordi di quella esperienza? “Eravamo tutti attori molto giovani. Ricordo questo film con molto piacere ed affetto. Il produttore era Luciano Martino, che lanciò Nicole Kidman nella sua prima pellicola da protagonista. E’ stato un grandissimo produttore della storia del cinema italiano: molto simpatico e un caro amico. Ricordo che c’era un bravissimo direttore della fotografia, Giancarlo Ferrando, che mi fotografò come pochi altri. L’ambientazione era molto bella e suggestiva. Ci trasferimmo due mesi sulle Dolomiti e ricordo che pioveva spesso. Fu abbastanza un incubo ma era molto divertente. Abbastanza splatter come genere di film, quindi usciva un po’ dai canoni televisivi”.

Potremmo parlare per ore, visti i numerosi film in tv e al cinema a cui hai preso parte. Ricordiamone solo un altro, “Madre aiutami” (2014, regia Gianni Lepre), ultimo film tv di Virna Lisi, grandissima attrice che purtroppo ci ha lasciato prematuramente. “Virna è una donna spettacolare, umanamente perfetta e professionalmente ineccepibile. Non posso che conservare un bellissimo ricordo di lei e lo dico con grande stima. E’ un’attrice che ha lasciato un segno importante nel ‘900 italiano”.

SAVERIO FALCO