CICCIANO. Il Liceo “E. Medi” ricorda le vittime della Mafia

CICCIANO. Il Liceo E. Medi ricorda le vittime della Mafia

Il Liceo “E. Medi” di Cicciano non ha dimenticato le vittime innocenti delle mafie ed ha celebrato, intorno al Giardino dei Giusti e della Pace, allestito nel cortile dell’istituto, la Giornata della Memoria e dell’impegno. Sono stati ricordati i 1055 nomi di magistrati, uomini e donne delle forze dell’ordine, preti, giornalisti, sindacalisti, bambini, vittime della tratta che hanno perso la vita per la giustizia. La Dirigente, prof.ssa Anna Iossa, ha invitato gli alunni e i docenti presenti a soffermarsi sul valore etico – civile del 21 Marzo, come ricorrenza annuale, dal 1996, di sensibilizzazione e mobilitazione. La data della manifestazione cade non a caso nel primo giorno di primavera, per simboleggiare la rinascita, la vita e l’inizio di un percorso di impegno e di speranza. Una giornata, dunque, per coltivare, sollecitare e risvegliare i sentimenti di rispetto, giustizia, pace e legalità, senza i quali nessuna comunità può essere davvero libera. Gli interventi degli alunni hanno evidenziato una partecipazione attenta e responsabile attraverso momenti di lettura e riflessioni. E’stata considerata la Memoria, il bisogno di non dimenticare, come unica arma capace di far luce sul nostro presente per dare forma al futuro e restituire senso alle nostre azioni perché, come diceva Peppino Impastato “Gli uomini guardano il cielo e si stupiscono, guardano la terra e si muovono a pietà ma, stranamente, non si accorgono di loro stessi”. Ciascuno di noi può spingere la storia nella direzione opposta, rompere il clima di omertà e creare le condizioni per essere faro e scintille di bene nell’immensa zona grigia del male. Il giudice Giovanni Falcone ribadiva che per conservare la dignità umana e avviare la società serena nel cammino verso un domani migliore, basterebbe che ognuno facesse il suo dovere. La lotta alla mafia deve essere anzitutto un movimento culturale che abitui tutti, usando le parole del magistrato Paolo Borsellino, a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e, quindi, della complicità. La scuola ha il dovere e la responsabilità di trasmettere alle nuove generazioni una memoria viva, che non si esaurisca nell’evento e nella retorica ma nell’impegno quotidiano affinché l’etica della responsabilità dimori nelle coscienze di ciascuno per formare alla cittadinanza e alla vita democratica.