AVELLINO. Gianluca Martone invita a partecipare alla sua iniziativa: “10 ore per la vita con i bambini decapitati dai bisturi dei medici abortisti, ricordando la decapitazione e il martirio i San Giovanni Battista”. 

AVELLINO. Gianluca Martone invita a partecipare alla sua iniziativa: 10 ore per la vita con i bambini decapitati dai bisturi dei medici abortisti, ricordando la decapitazione e il martirio i San Giovanni Battista. 

(Comunicato Stampa). Informo tutti i cittadini di Avellino che il giorno 29 dalle ore 10 alle ore 20 il sottoscritto Gianluca Martone, giornalista del “Mezzogiorno Quotidiano”, collaboratore dell’associazione Onlus “Pro Vita” e referente di Benevento, Napoli, Avellino, Campobasso dell’associazione “Ora et Labora in difesa della vita”, stazionerò davanti all’ingresso dell’ospedale ” San Giuseppe Moscati” sito in Contrada Amoretta per volantinare in riparazione al grave delitto dell’aborto chimico e chirurgico. Invito pertanto tutti gli uomini e le donne di buona volontà a parteciparvi, per difendere la vita fin dal concepimento. L’iniziativa si intitola: “10 ore per la vita con i bambini decapitati dai bisturi dei medici abortisti, ricordando la decapitazione e il martirio i San Giovanni Battista”.

Alcuni anni fa, il grande San Pio da Pietrelcina disse:“Il giorno in cui gli uomini, spaventati dal, come si dice, boom economico, dai danni fisici o dai sacrifici economici, perderanno l’orrore dell’aborto, sarà un giorno terribile per l’umanità. Perché è proprio quello il giorno in cui dovrebbero dimostrare di averne orrore. L’aborto non è soltanto omicidio ma pure suicidio della razza umana, se con l’occhio della ragione, si vedesse“la bellezza e la gioia” della terra popolata di vecchi e spopolata di bambini: bruciata come un deserto. Se si riflettesse, allora si comprenderebbe la duplice gravità dell’aborto: con l’aborto si mutila sempre anche la vita dei genitori. Questi genitori vorrei cospargerli con le ceneri dei loro feti distrutti, per inchiodarli alle loro responsabilità e per negare ad essi la possibilità di appello alla propria ignoranza. I resti di un procurato aborto non vanno seppelliti con falsi riguardi e falsa pietà. Sarebbe un abominevole ipocrisia. Quelle ceneri vanno sbattute sulle facce di bronzo dei genitori assassini. Difendere il sopraggiungere dei bambini al mondo è sempre un atto di fede e di speranza nei nostri incontri con Dio sulla terra”.