È una delle date più significative nella storia del cristianesimo: secondo la tradizione, in questo giorno gli apostoli Pietro e Paolo furono martirizzati a Roma, durante le persecuzioni ordinate dall’imperatore Nerone.
I due apostoli, figure centrali del Nuovo Testamento e della prima Chiesa cristiana, sono venerati da secoli come santi patroni di Roma, a testimonianza del loro ruolo fondativo per la fede cristiana e per la diffusione del Vangelo in Occidente.
Secondo la tradizione cristiana:
San Pietro, pescatore di Galilea e primo papa, venne crocifisso a testa in giù nei pressi del colle Vaticano, ritenendosi indegno di morire come Cristo. Il suo sepolcro è oggi custodito nella Basilica di San Pietro.
San Paolo, cittadino romano e instancabile predicatore tra i pagani, fu invece decapitato lungo la via Ostiense. Il suo luogo di sepoltura si trova nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.
Diversi per origine, temperamento e missione, Pietro e Paolo rappresentano due volti complementari del cristianesimo delle origini: uno, pescatore e testimone diretto della vita di Gesù; l’altro, intellettuale e missionario instancabile, autore di molte delle lettere presenti nel Nuovo Testamento.
Il 29 giugno è oggi festa liturgica solenne nella Chiesa cattolica, riconosciuta anche come giorno festivo a Roma e in altri paesi a maggioranza cristiana. È un momento di riflessione profonda sulla testimonianza della fede, sul valore del sacrificio e sul ruolo delle radici cristiane nella storia europea.
Ogni anno, proprio in questa data, il papa benedice i pallii, simboli del legame con la Chiesa di Roma, che vengono poi consegnati ai nuovi arcivescovi metropoliti.
Il martirio di Pietro e Paolo segna non solo un momento tragico, ma anche la nascita spirituale della Roma cristiana, destinata a diventare nei secoli il centro simbolico della cristianità.
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